Le origini della mia leggenda di Nube che corre
Pochi giorni fa, durante un incontro, mi è stato chiesto se le leggende presenti in Cole fossero vere. Quella del nostro capotribù, in particolare.
La risposta è stata ed è che ciò che riguarda Nube che corre è del tutto inventato, ma è pur onesto dire che ho studiato un bel po' di "realtà" prima di approdare ad Ayleen e Samuel. E nulla, quando si tratta dei nativi, è davvero "farina del sacco di qualcun altro".
In tempi non sospetti, quando Cole Tiger era ancora un embrione di ciò che poi sarebbe diventato, abbozzai un soggetto per un fumetto. La storia prendeva in esame dei personaggi realmente esistiti, tra i quali John Chivington. Come vedrete (perché sì, sto per condividerlo con voi), il militare è il protagonista del bruttissimo massacro di Sand Creek, una delle pagine più sanguinose e vergognose della storia americana. In quell'episodio, infatti, persero la vita circa 150 persone, tra Cheyenne e Arapaho (perlopiù donne e bambini). Va ricordato che all'intero villaggio era stata garantita la sicurezza da parte degli ufficiali dell'esercito regolare (questo giusto per specificare quanto fu vile e deprecabile la decisione di Chivington e i suoi, tanto più che la maggior parte degli uomini del villaggio era via per la caccia al bisonte).
Questo soggetto non vide mai la luce, ma non è importante. Perché mi aiutò a capire come strutturare la parte centrale di Cole, la leggenda che avrebbe rappresentato il motore di tutto e, non ultimo, il carattere di Nube che corre (e del generale Sands!).
Leggendolo, potrete vedere le analogie con la mia storia.
Mi raccomando: attenzione. Nella pagina che segue ci sono alcune scene un po' forti, quindi si consiglia un tipo di lettura "accompagnata".
Mi piace pensare che ci sia stato, da qualche parte, uno spirito guida che non abbia cercato vendetta, ma che abbia però tenuto per mano tutte quelle persone massacrate in nome del semplice male.
La risposta è stata ed è che ciò che riguarda Nube che corre è del tutto inventato, ma è pur onesto dire che ho studiato un bel po' di "realtà" prima di approdare ad Ayleen e Samuel. E nulla, quando si tratta dei nativi, è davvero "farina del sacco di qualcun altro".
In tempi non sospetti, quando Cole Tiger era ancora un embrione di ciò che poi sarebbe diventato, abbozzai un soggetto per un fumetto. La storia prendeva in esame dei personaggi realmente esistiti, tra i quali John Chivington. Come vedrete (perché sì, sto per condividerlo con voi), il militare è il protagonista del bruttissimo massacro di Sand Creek, una delle pagine più sanguinose e vergognose della storia americana. In quell'episodio, infatti, persero la vita circa 150 persone, tra Cheyenne e Arapaho (perlopiù donne e bambini). Va ricordato che all'intero villaggio era stata garantita la sicurezza da parte degli ufficiali dell'esercito regolare (questo giusto per specificare quanto fu vile e deprecabile la decisione di Chivington e i suoi, tanto più che la maggior parte degli uomini del villaggio era via per la caccia al bisonte).
Questo soggetto non vide mai la luce, ma non è importante. Perché mi aiutò a capire come strutturare la parte centrale di Cole, la leggenda che avrebbe rappresentato il motore di tutto e, non ultimo, il carattere di Nube che corre (e del generale Sands!).
Leggendolo, potrete vedere le analogie con la mia storia.
Mi raccomando: attenzione. Nella pagina che segue ci sono alcune scene un po' forti, quindi si consiglia un tipo di lettura "accompagnata".
Mi piace pensare che ci sia stato, da qualche parte, uno spirito guida che non abbia cercato vendetta, ma che abbia però tenuto per mano tutte quelle persone massacrate in nome del semplice male.
Colorado – Sand Creek / 1864
Ora: Un
pellerossa sta correndo su un cavallo. Lo sprona ad andare veloce, mentre
dietro di lui un’orda di soldati lo insegue, urlando.
Sta piangendo, mentre ripensa
alla sua tribù sterminata dagli inglesi. La sua famiglia è stata l’ultima a
essere presa e ricorda come il maggiore Chivington abbia ordinato lo scalpo di
sua moglie e dei suoi ragazzi.
Corre, cercando riparo verso le montagne che
sono ancora troppo lontane, e si volta, vedendo che i soldati lo stanno
raggiungendo. Si asciuga le lacrime, guarda il cielo e implora un aiuto e una
vendetta ai suoi spiriti guida, quindi sprona il cavallo ad andare avanti.
Qualche
giorno prima: Il colonnello parla con il governatore Evans e gli spiega come la
presenza dei nativi sia un problema. Per la cultura diversa, per l’occupazione
di terre che gli inglesi bramano, per la loro naturale inferiorità e per l’influenza malsana che potrebbero
avere sui loro figli.
Il governatore annuisce, dicendosi d’accordo, e ordina a
Chivington di trovare una soluzione che non solo rimetta al proprio posto i
nativi, ma che li induca a fuggire se ancora in vita. Il colonnello ha così il
via libera all’attacco e torna dai suoi con un sorriso e la notizia di poter
spadroneggiare per il bene della comunità. È così che, all’alba, Chivington e i
soldati irrompono nell’accampamento, mettendo a ferro e fuoco tutto, tra le
urla generali delle donne e dei bambini.
Ora: Uno sparo e
il proiettile colpisce il cavallo di Nube che corre; l’animale stramazza al
suolo, sbalzando il nativo a terra. I soldati lo raggiungono e, una volta
colpito alla testa, preparano un grande fuoco. Il colonnello, in testa, ordina
ai suoi di predisporre un accampamento, sfoderando intanto un lungo coltello e
ghignando al pensiero delle mutilazioni che farà a quel ribelle.
Giunge la
notte e Nube che corre, legato per le braccia a un palo, con il vis tumefatto,
guarda il cielo e grida, attirando l’attenzione dei soldati che stanno
mangiando all’ombra del fuoco. Il colonnello si avvicina a lui, con una coscia
di pollo tra le dita, e gliela passa sotto il naso torturando la sua fame,
sorridendo e prendendosi gioco di lui. A quel punto, Nube che corre lo minaccia
e gli lancia una maledizione, dicendogli che un giorno il suo spirito tornerà e
cercherà vendetta. Il colonnello lo deride e si volta, facendo cenno ai suoi di
ucciderlo: che facciano con calma, dice loro, affinché il ribelle senta la
morte arrivare.
Nella notte,
si sentono le urla di Nube che corre.
Denver –
1894
Chivington,
invecchiato, sta correndo su un cavallo dietro a un ladro. Ha una stella da
sceriffo appuntata sul petto. Grida al malfattore di arrendersi, la pistola puntata
sul bersaglio. A un tratto, accanto a lui, sembra galoppare un fantasma, quello
di Nube che corre. Chivington perde il controllo del cavallo, balzando sulla
sella, e cade a terra ruzzolando nella polvere. Lo spirito lo sovrasta,
sussurrando con il vento che la sua famiglia morirà, che sarà lui stesso a
uccidere tutti non senza aver svelato gli orrori del passato. Chivington porta
le mani alle orecchie, non crede a ciò che sta vivendo e comincia a urlare. Il
cielo si oscura e, nel momento in cui una folata di vento più forte sfila il
cappello dal capo dello sceriffo, lo spirito di Nube che corre penetra nella
sua bocca e si impossessa dell’ex colonnello.
Il corpo di
Chivingotn sembra essere inglobato in quello dello spirito del nativo mentre,
camminando, torna in città e rincasa. Trova ad attenderlo sua moglie e sua
figlia, che stanno apportando le ultime modifiche al vestito da sposa della
ragazza. Chivington le guarda, estrae il coltello, lo stesso del passato, e
dicendo loro di essere un assassino alla stregua di una bestia feroce, lo cala sul
petto della moglie.
Per la
strada si sentono le urla delle due donne; il vice sceriffo irrompe nella casa,
allarmato, e trova Chivington che stringe il proprio cuore con una mano, i
corpi dei familiari ai suoi piedi. Lo spirito del nativo è alle sue spalle. Il
vice sceriffo rimane fermo al proprio posto mentre Nube che corre si invola
oltre la finestra e corre con un cavallo verso le stelle.
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Photo by Darcy Delia from Pexels |
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