Sapete a cosa sto lavorando?
Chi è Zack Roswell? Se lo chiede anche Nana-chan. Troppe informazioni, vero? Be', io intanto vi regalo il prologo! ;)
Ah, vi ricordo che se vi piacciono le storie con i nativi americani, i misteri e i fantasmi... i nostri Cole e Aquene sono sempre lì che vi aspettano ;)
P.S. Come vedrete, qui non si parla di Everseen, ma di un altro luogo fantastico 😃
Prologo
(Da un racconto di Zack Roswell)
(Da un racconto di Zack Roswell)
«Angelina,
il solito!»
Jack Barry,
chiamato dalle tribù dei dintorni “Pistola Fumante”, entrò nel saloon facendo
oscillare le porte va e vieni alle sue spalle. Aveva il ghigno e l’espressione
burbera di sempre, un sigaro spento tra le labbra e un cappello a tesa larga
sulla testa. A prima vista sembrava un furfante di ritorno da un assalto a un
carro portavalori, ma chi lavorava con lui sapeva quanto in realtà Jack fosse
giusto. Un pistolero famoso e implacabile, ma onesto e sincero. Del resto,
Pistola Fumante era lo sceriffo di LeBeau: non poteva che far rispettare la
legge e proteggere tutti dai delinquenti, nativi compresi.
«Sceriffo,
ha una faccia… cos’è successo? Ancora i ladri di bestiame?» lo interrogò la
locandiera mettendogli davanti un boccale colmo di birra con una mano e
schiacciando un insetto con l’altra.
«No» rispose
Jack con un sospiro. «La situazione è molto tranquilla. Troppo tranquilla»
precisò, enigmatico.
«Troppo?»
domandò Angelina, aggrottando la fronte. «Non è contento? Niente sparatorie,
niente regolamenti di conti…» La locandiera adocchiò un altro insetto e, quasi
ringhiando, lo scacciò con uno strofinaccio.
«LeBeau è
strana, negli ultimi tempi. E la nevicata di una settimana fa… non mi fa
dormire bene.»
«Be’, quella
in effetti è stata bizzarra» annuì la locandiera, poi sospirò per la
frustrazione. «Queste maledette bestiacce… sono uscite fuori all’improvviso e non
c’è verso di farle andare via. È tutto il giorno che pulisco, e loro invece
sempre qui!»
Angelina
aggirò il bancone e, prima di prendere la ramazza per pulire il pavimento,
sbirciò fuori dalla finestra. Le stelle erano alte, ma brillanti, e la luna era
così piena da illuminare buona parte della piazza centrale. In lontananza,
tuttavia, dei bagliori sinistri catturarono la sua attenzione. Erano luci
colorate, simili a lucciole, ma molto più grandi. E volteggiavano nell’aria,
riunendosi nei pressi del magazzino dell’emporio.
«Ehi, cos’è
quello?» domandò Chuck Larry, avvicinandosi alla locandiera. L’uomo aguzzò la
vista, cercando di distinguere le luci che saltellavano sul terreno, poco
distante dal saloon.
«Quelli,
vorrai dire» intervenne John Foreman.
«Sembrano
animaletti» sussurrò Chuck, incredulo.
«Io vedo…
oddio, li vedete anche voi quei tentacoli?» squittì Angelina, terrorizzata.
Alzò una mano e puntò l’indice contro la finestra, e quel gesto sembrò attirare
l’attenzione di… qualsiasi cosa ci fosse là fuori.
Pistola
Fumante, che fino a quel momento aveva continuato a bere la sua birra, uscì dal
saloon senza dire una parola, mano sulla fondina: era pronto a sparare a
chiunque rappresentasse una minaccia.
Camminò con
lentezza verso l’emporio, osservando le luci che man mano si avvicinavano. Dal locale, i suoi concittadini gli gridavano di stare attento, di tornare indietro,
ma Pistola Fumante non era diventato sceriffo per un caso e non si era
guadagnato il suo soprannome per nulla.
Doveva
proteggere la sua città, anche se questo voleva dire combattere contro
l’ignoto.
Ma quello
che vide, non appena arrivò davanti al magazzino dell’emporio lo lasciò a
bocca aperta.
Un’enorme
gelatina tremolante, fatta di occhi bianchi e tentacoli da piovra, lo fissava
senza decidersi a muoversi.
Pistola
Fumante mise mano alla fondina, deglutendo, ma quando estrasse la pistola per
fare fuoco, la gelatina gigante si sciolse sotto il suo sguardo e si dissolse
in mille insetti argentati, che penetrarono nel terreno e si dileguarono.
E nessuno li
vide più.
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Photo by Hamish Weir on Unsplash |
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